Mutui, novità importanti. Cosa cambia per gli italiani?

Il periodo attuale è caratterizzato da trasformazioni costanti e rilevanti sul piano economico. Anche il settore dei mutui risente profondamente di queste dinamiche. Un segnale evidente di questo cambiamento è il ritorno in auge, dopo circa due anni di calo, del tasso misto, una formula ibrida che combina le caratteristiche del tasso fisso e di quello variabile.

Cosa sapere sui mutui a tasso misto

Prima di analizzare come stanno evolvendo i dati relativi ai mutui a tasso misto, è importante comprendere cosa si intende con questa tipologia di prodotto. Il tasso misto offre la possibilità di passare dal tasso variabile al tasso fisso, e viceversa, secondo modalità e tempistiche concordate con la banca al momento della stipula del contratto.

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Questa opzione può essere esercitata anche più volte, entro il limite massimo stabilito nel contratto iniziale. Un aspetto particolarmente vantaggioso è che non sono previsti costi aggiuntivi per il mutuatario. Grazie a questa flessibilità, il mutuo a tasso misto ha conosciuto periodi di grande popolarità alternati a fasi di minore interesse. Tra i momenti di maggiore successo si ricorda il 2008, anno segnato dall’inizio della più grave crisi economica globale dopo quella del 1929.

A partire dal biennio 2022/2023, si è assistito a una significativa diminuzione della domanda. Questo calo è stato causato soprattutto dagli svantaggi legati al tasso variabile per quei mutuatari il cui reddito non era sufficiente a sostenere gli aumenti delle rate dovuti all’inflazione. Molte famiglie si sono trovate improvvisamente a dover fronteggiare rate più elevate, con la conseguente difficoltà nel rispettare gli impegni presi con la banca.

I vantaggi del cambio di tipologia di tasso

La possibilità di modificare il tasso del mutuo durante il piano di ammortamento offre numerosi benefici. Il più rilevante è la dinamicità, una qualità fondamentale in un contesto economico internazionale spesso soggetto a cambiamenti rapidi e imprevedibili. Questi mutamenti possono riguardare sia i tassi d’interesse sia gli equilibri geopolitici che influenzano i mercati finanziari.

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Il mutuo a tasso misto rappresenta la soluzione ideale per chi desidera mantenere la massima libertà di scelta in un percorso importante come quello dell’acquisto della casa. Questa formula consente di adattarsi in modo ottimale alle variazioni degli indici di riferimento, come l’Euribor per i mutui a tasso variabile e l’IRS per quelli a tasso fisso.

Gli esperti suggeriscono di optare per il mutuo a tasso misto soprattutto se si possiede una buona conoscenza dei meccanismi di mercato e si è in grado di analizzare i dati finanziari, oppure affidandosi a consulenti specializzati dotati di specifiche competenze (know how).

Flessibilità e costi: ecco cosa sapere

Non esiste una regola universale riguardo al numero di cambi di tasso consentiti durante il piano di ammortamento: molte banche permettono fino a quattro variazioni. Tuttavia, questa elevata flessibilità comporta un costo aggiuntivo per il mutuatario. In media, chi sceglie un mutuo a tasso misto deve prevedere un incremento di circa mezzo punto percentuale rispetto alle soluzioni che non consentono la modifica della tipologia di tasso.

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Nonostante questo aspetto, il contesto economico attuale rende il tasso misto un’opzione da valutare con attenzione. Per chiarire meglio, consideriamo un esempio pratico: un mutuatario inizia con un tasso fisso e successivamente decide di passare al tasso variabile. Alla luce della situazione internazionale, è importante ricordare che il tasso variabile potrebbe diminuire grazie al rallentamento economico che sta interessando l’Eurozona e ai tagli dei tassi operati dalla BCE.

Come già accennato, il rinnovato interesse per il tasso misto segue un biennio in cui il tasso fisso aveva registrato numeri più elevati, risultando più vantaggioso rispetto al variabile. Oggi, però, il panorama è cambiato. L’Euribor a 3 mesi è sceso intorno al 2,19%, mentre l’IRS – parametro di riferimento per i mutui a lungo termine – si attesta tra il 2,49% e il 2,62%. Questi dati, tuttavia, non sono ancora sufficienti per parlare di una nuova tendenza consolidata: secondo gli esperti, sarà necessario attendere la fine dell’anno per avere un quadro più definito.

Il tasso variabile pronto a superare il fisso

Con la recente decisione della BCE di ridurre i tassi d’interesse nel mese di aprile, si è raggiunto un maggiore equilibrio tra tasso variabile e tasso fisso nei mutui per l’acquisto della casa. Attualmente, il tasso fisso è ancora considerato la scelta più conveniente, con un TAN medio che si attesta al 2,82%.

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Le previsioni degli analisti indicano una possibile discesa dell’Euribor fino al 2% già nel mese di agosto, mentre l’IRS dovrebbe mantenersi stabile. Questi elementi portano molti esperti a ipotizzare che, entro la fine del 2025, i mutui a tasso variabile potrebbero superare quelli a tasso fisso in termini di convenienza e diffusione.

È fondamentale, infine, considerare le diverse strategie commerciali adottate dalle banche. Per questo motivo, prima di sottoscrivere un mutuo, è consigliabile prendersi il tempo necessario per valutare attentamente l’istituto di credito a cui rivolgersi. Si tratta di una decisione di grande importanza, destinata a influenzare le finanze familiari o personali per molti anni.

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