
Quando si parla di piccoli prestiti, spesso si pensa che ottenere una somma di denaro modesta sia un processo semplice e rapido. Tuttavia, anche per importi ridotti, le finanziarie seguono criteri molto precisi prima di concedere un finanziamento. Comprendere quali sono questi criteri è fondamentale per chiunque desideri accedere al credito in modo consapevole, evitando spiacevoli sorprese o rifiuti inaspettati. In questo articolo analizzeremo nel dettaglio cosa valutano davvero le finanziarie prima di approvare un piccolo prestito, offrendo una panoramica completa dei principali fattori presi in considerazione.
La valutazione del merito creditizio
Il primo e più importante aspetto che una finanziaria prende in considerazione è il merito creditizio del richiedente. Questo termine indica la capacità di una persona di restituire il denaro ricevuto secondo le modalità e le tempistiche stabilite dal contratto di prestito. La valutazione del merito creditizio si basa su diversi elementi, tra cui la storia finanziaria, il reddito, la stabilità lavorativa e l’eventuale presenza di altri debiti in corso.
Le finanziarie consultano le banche dati creditizie, come il CRIF, per verificare se il richiedente ha avuto in passato ritardi nei pagamenti, insolvenze o altri problemi finanziari. Un buon storico creditizio, caratterizzato da puntualità nei pagamenti e assenza di segnalazioni negative, aumenta significativamente le possibilità di ottenere un piccolo prestito. Al contrario, una storia creditizia problematica può portare al rifiuto della richiesta o all’applicazione di condizioni meno favorevoli, come tassi di interesse più elevati.
Oltre alla storia creditizia, le finanziarie valutano anche il rapporto tra il reddito disponibile e l’importo della rata mensile. Solitamente, la rata non deve superare una certa percentuale del reddito netto mensile del richiedente, in modo da garantire che il prestito non comprometta la sostenibilità economica della persona o della famiglia.
Reddito e situazione lavorativa
Un altro criterio fondamentale riguarda il reddito e la situazione lavorativa del richiedente. Le finanziarie preferiscono concedere prestiti a chi ha un reddito stabile e dimostrabile, in quanto ciò rappresenta una garanzia sulla capacità di rimborso. In genere, vengono richiesti documenti come buste paga, dichiarazione dei redditi o cedolini della pensione per verificare l’effettiva disponibilità economica.
La tipologia di contratto di lavoro gioca un ruolo importante nella valutazione. Chi ha un contratto a tempo indeterminato o è un dipendente pubblico viene considerato meno rischioso rispetto a chi ha contratti a termine, part-time o è lavoratore autonomo. Tuttavia, negli ultimi anni molte finanziarie hanno ampliato i criteri di accesso anche a queste categorie, richiedendo però maggiori garanzie o applicando condizioni differenti.
Anche la continuità lavorativa viene presa in considerazione: una lunga anzianità presso lo stesso datore di lavoro o una carriera lavorativa stabile sono elementi che giocano a favore del richiedente. Al contrario, frequenti cambi di lavoro o periodi di inattività possono essere valutati negativamente.
Indebitamento pregresso e garanzie aggiuntive
Oltre al reddito e alla storia creditizia, le finanziarie analizzano l’eventuale presenza di altri finanziamenti in corso. Un elevato livello di indebitamento, anche se gestito correttamente, può essere visto come un fattore di rischio, poiché potrebbe compromettere la capacità di far fronte a nuove obbligazioni finanziarie.
Per questo motivo, spesso viene calcolato il cosiddetto “rapporto di indebitamento”, ovvero la percentuale del reddito mensile già destinata al pagamento di altri prestiti o mutui. Se questa percentuale è troppo alta, la richiesta di un nuovo prestito rischia di essere respinta.
In alcuni casi, soprattutto se il richiedente presenta elementi di rischio (come un contratto di lavoro atipico o una storia creditizia non perfetta), la finanziaria può richiedere garanzie aggiuntive. Queste possono essere la firma di un garante, la presentazione di un coobbligato o la cessione del quinto dello stipendio o della pensione, che rappresentano strumenti per ridurre il rischio di insolvenza.
Altri fattori e consigli utili
Oltre ai criteri principali già descritti, le finanziarie possono considerare ulteriori fattori nella valutazione della richiesta di un piccolo prestito. Tra questi rientrano l’età del richiedente, la residenza, la composizione del nucleo familiare e la presenza di eventuali proprietà immobiliari. Anche il settore lavorativo di appartenenza può influire, soprattutto in periodi di crisi economica o instabilità di mercato.
Per aumentare le possibilità di ottenere un piccolo prestito, è consigliabile presentare una documentazione completa e aggiornata, evitare di richiedere contemporaneamente più finanziamenti presso diverse società e mantenere una buona reputazione creditizia. Inoltre, confrontare le diverse offerte presenti sul mercato permette di scegliere il prodotto più adatto alle proprie esigenze, sia in termini di condizioni che di costi complessivi.
Infine, è importante ricordare che anche per piccoli importi è fondamentale valutare attentamente la propria capacità di rimborso, evitando di sovraccaricare il proprio bilancio familiare. Un utilizzo responsabile del credito è la chiave per mantenere una buona relazione con le finanziarie e accedere più facilmente a future opportunità di finanziamento.